Non c’è immagine diversa nello scenario collettivo del mondo tra ospedali e sale di rianimazione e dati sciorinati ogni santo giorno di questa tremenda pandemia
In un poesia di diversi anni fa avevo ragionato su quello che avviene il giorno di San Silvestro, quando s’incontrano l’anno vecchio e quello nuovo.
Immagino l’uno, appesantito da quello che è successo, e vivaddio quante cose sono avvenute quest’anno che passa! L’altro che arriva dall’aspetto cupo e incerto, per il tipico rigore pessimista del poeta, ma rispetto all’incognita che c’è, – l’OMS parla di anno di transizione – ci sta.
Poesia L’ANNO di Roberto De Giorgi
Sospinge il suo fardello
pesante.
Soggiace un attimo
ansante.
E’ vecchio
attende la fine.
E’ l’anno che va.
Una sorta di diafano
insetto si vede.
Cammina incerto,
ha cupo l’aspetto.
E’ l’anno nuovo
che viene già.
Si parlano:
Io vado via.
Io sto qui.
Ne ho piene le tasche.
Di cosa poi?
La discussione continua,
si sentono parole pesanti,
domande curiose,
richieste stressanti:
Chi sei?
Chi sono?
Che vuoi?
Poi il vecchio s’allontana deciso,
si gira, gli dice: sono c…avoli tuoi!
Ebbene, con quale spirito chiudere quest’anno se non col dovuto senso di ironia che ci piace assumere per sperare un mondo migliore? Poi ci sarà il tempo di riflettere su questa guerra universale che ha già un capitolo di storia, il 2020 anno del Covid19, anno 2021 anno del vaccino, un biennio che ci porteremo dritto nel futuro più che mai consapevoli che la nostra vita è cambiata. Auguri a tutti.
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